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Prologue

Quiete d’inverno. Un padre e una figlia stanno camminando su di un lago ghiacciato, quando lei si ferma ad osservare due pesci che nuotano sotto la superficie. Scambio di sguardi. Quello della bambina è curioso, quello dell’uomo si fa da serio a dolce. I due raggiungono la linea degli alberi, dove incrociano un cerbiatto. Il padre punta la canna del fucile dapprima verso l’animale, poi verso sua figlia. Per fortuna, infine desiste.
Perché un genitore dovrebbe voler giustiziare sangue del suo sangue?

Il titolo del film lampeggia gradualmente ad alta frequenza, bianco su nero.

Ad una visione superficiale, Thelma appare come un tipico thriller sovrannaturale, forse un po’ meno banale del solito. In realtà, si tratta di una storia coming-of-age estremamente profonda e sfaccettata che, se la si volesse riassumere in modo triviale, sarebbe la seguente: una ragazza si allontana da genitori controllanti per affermare sé stessa, e quindi avverare i suoi desideri. In due parole, emancipazione ed autorealizzazione.
La ricchezza sta nella sceneggiatura, complessa ma coerente, difatti fitta di intrecci tutti perfettamente armonici. Se poi si aggiunge una fotografia elegante, un’interpretazione magistrale ed una colonna sonora evocativa, Thelma smette di essere una piccola perla della unpop culture e diviene un classico istantaneo, una visione obbligata.

Il film è disponibile su Amazon (acquisto fisico) e YouTube (noleggio o acquisto digitale).
Un caldo suggerimento: audio in lingua originale norvegese e sottotitoli in inglese.

Info da ricordare o a cui prestare attenzione durante la visione:
– La centralità dell’acqua nel dipanarsi della trama.
– La funzione e la posizione delle mani dei personaggi.
– La presenza di barriere di separazione tra spazi e soggetti.
– Il contrasto d’atmosfera fra momenti di solitudine e di compagnia.
– Gli oggetti di colore rosso, in quanto segnalano un imminente pericolo.
– Il nome della protagonista: Thelma (volontà) Eva (vita) Brenne (bruciare).
– La sua data di nascita: 29 febbraio 1996, giorno intercalare di un anno bisestile.

Di seguito, la mia personale (psico) analisi del film, capitolo per capitolo.

 

University

La videocamera inquadra dall’alto una piazzetta del campus piuttosto frequentata, e piano piano si avvicina al centro. Non è chiaro chi voglia mostrare. L’attenzione viene catturata da un uomo anziano vestito di bianco e nero, che si china a raccogliere qualcosa. Qualche istante dopo, l’attenzione viene indotta a spostarsi su una ragazza in blu jeans che si ferma a consultare una mappa, per poi dirigersi verso l’ingresso in sincronia con una giovane in nero e l’anziano in bianco e nero. La ragazza, che al collo porta un ciondolo con croce, si siede in un’aula dove inizia una lezione sul dualismo onda-corpuscolo. È il classico primo giorno d’università, per molti colmo di spaesamento e solitudine.

 

Control

Thelma riceve una telefonata dai genitori fuori città, che subito si rivelano essere eccessivamente apprensivi e soffocanti. Due altre rivelazioni: il Padre è lo stesso che stava per uccidere sua figlia nel prologo e la Madre è paraplegica. La giovane è giustamente infastidita e di poche parole; vuole godersi il suo primo assaggio di libertà.

 

Crisis

In biblioteca aula-studio, accanto a lei si siede una ragazza con una giacca di pelle nera. Uno stormo di corvi volteggia nei pressi, ed uno di essi si schianta contro una vetrata. Thelma comincia a respirare affannosamente, le mani a tremare senza controllo fino a diventare convulsioni del corpo intero, che la fanno ribaltare a terra. In seguito alla collisione di un secondo corvo sul vetro, viene soccorsa dagli astanti.
In ospedale, la dottoressa esclude evidenti anormalità e l’alcool come causa della crisi, dato che vari test hanno dato esito negativo e la giovane non ha mai bevuto in vita sua. Per questo motivo, intende approfondirne la storia clinica chiamando il medico di famiglia (senza che i genitori lo sappiano, su espressa richiesta di Thelma).

– Nella mitologia norrena il corvo è un foriere di messaggi, similmente alla cultura popolare che lo rappresenta come un presagio di sventura. Pertanto, i due corvi che collidono contro il vetro riflettono due possibili morti future.
– Le crisi di Thelma si infiammano quando desideri impuri, cioè non concordi con la sua educazione religiosa, defluiscono dall’inconscio alla coscienza. L’attributo di non purezza è dovuto alla loro natura sessuale.

 

Nightmare

Un serpente si intrufola in una camera e striscia sul corpo di un’anziana signora (che si scoprirà poi essere la nonna di Thelma, la madre di suo Padre). La giovane si sveglia di soprassalto, spaventata: era solo un brutto sogno.

– Il rettile simboleggia chiaramente il male che si insinua dove non dovrebbe, alla luce della religione. Male che ha già sedotto la nonna in passato e nel presente sta facendo lo stesso con la nipote.

 

Swimming Pool One

Anja, la ragazza dalla giacca nera, ora indossa un costume del medesimo colore. Prima osserva Thelma nuotare, poi si china per parlarle. È l’unica coetanea che dimostra un genuino interesse per lei e la sua salute, ed è così che una semplice attrazione fisica inizia a farsi sentimento. L’aggiunta social non fa altro che rinforzare quest’infatuazione.
Purtroppo però, tramite una sbirciatina di profilo, Thelma scopre che Anja è già impegnata con un ragazzo: Daniel.

– La situazione in cui Thelma si trova è ben descritta da una citazione di Eternal Sunshine of the Spotless Mind: “Why do I fall in love with every woman I see that shows me the least bit of attention?”

 

Visit

I genitori fanno visita alla figlia e pranzano insieme in un ristorante cinese, dove lei nota con imbarazzo due uomini a tavola che si tengono per mano. Come reazione uguale e contraria anche finalizzata a compiacere il Padre, Thelma denigra velatamente le persone che non credono in Dio. Lui tuttavia non apprezza un simile atteggiamento di superiorità, sminuendola a sua volta, con il passivo avallo della moglie.
Tornati al dormitorio, la figlia confessa al Padre (come fosse un prete) che la propria superbia è spesso causa di una profonda solitudine. Lui implicitamente la perdona, quindi la incoraggia a concedere agli altri l’opportunità e il tempo di conoscerla per quella che davvero è, una brava persona.
La mattina seguente i genitori tornano a casa ed il conforto assicurato dalla loro presenza svanisce, come simboleggiato dal tavolo a tre posti, tutti vuoti: la ragazza si trova nuovamente da sola a lottare contro l’alienazione sociale.

 

Friends

Alla visione social di Anja che si sta divertendo in un bar, le luci della biblioteca vuota dove Thelma sta studiando sfarfallano brevemente. Decide dunque di recarsi in quello stesso locale per combinare un incontro pseudo-casuale con colei che ora consciamente vede soltanto come potenziale amica, cosa che in effetti accade.
Al tavolo con Anja, Daniel ed i loro amici Julie e Kristoffer, la giovane suscita subito la curiosità e l’ilarità dell’ultimo per via del divieto cristiano di assumere alcolici in eccesso. Mentre il ragazzo critica il generale concetto di religione, Thelma riceve una chiamata dalla Madre, che però ignora per avere l’occasione di difendere, senza arroganza, il proprio credo. Nonostante l’argomentazione da lei proposta sia senz’altro mediocre, risulta essere comunque efficace.
Anja invita Thelma a danzare insieme sulla pista da ballo, ma dopo qualche minuto la prima scompare e la seconda rimane sola, ancora. Non le rimane altro che telefonare al Padre per scusarsi di non aver risposto prima.

– Le luci intermittenti in biblioteca sono il preludio di una seconda crisi, mancata poiché la rifiorita coscienza religiosa è riuscita a contenere ogni desiderio impuro entro l’inconscio, almeno per il momento.

 

Night

Thelma cerca di prendere sonno ripensando alla piacevole serata, in particolare al momento d’intimità condiviso con Anja in discoteca. Vorrebbe che fosse lì nel letto accanto a lei, a riempire quello spazio vuoto. A distanza, le due ragazze ruotano il corpo in perfetta sincronia, o meglio sincronicità, l’una per addormentarsi e l’altra per svegliarsi.
Qualche minuto più tardi, Thelma si desta di colpo siccome si sente osservata da una figura senza volto, immobile in strada: non è altro che Anja, confusa. Le luci dei lampioni balenano, si alza il vento, le mani tremano prima e poi tutto il corpo, gli occhi si riversano all’indietro e la ragazza cade a terra, per la seconda volta, prima di essere soccorsa.
Tornate in casa, Anja si mostra tanto premurosa e comprensiva da decidere di trascorrere la notte insieme a Thelma, proprio come quest’ultima desiderava.
Le due giovani sono coricate a letto in identica posizione, ma con canottiere complementari, una bianca ed una nera. Thelma dapprima esplora con lo sguardo l’attaccatura dei capelli appena sottostante l’orecchio sinistro di Anja, il suo respiro li fa ondeggiare dolcemente, quindi li accarezza con simile delicatezza.
L’inquadratura del risveglio è stata studiata per essere inquietante: la mano sinistra di Anja su sfondo nero sembra mozzata ed appartenente a Thelma, il cui viso è diviso esattamente a metà. Poco dopo, le due cercano di razionalizzare lo strano e quasi sovrannaturale incontro della nottata appena passata.

– Thelma ha il potere di trasformare profondi desideri (consci ed inconsci) in realtà, e questa è la prima volta che lo usa in età adulta. La conseguente crisi è ancora una volta causata dalla natura impura del desiderio che esprime.
– Si può tranquillamente affermare che per la ragazza valga il detto popolare “volere è potere”.

 

Together

Le due giovani si frequentano ed avvicinano sempre più, con Anja che arriva ad insegnare a Thelma tutte quelle trasgressioni che lei non ha mai avuto la possibilità di esperire durante l’adolescenza: bere, imprecare e fumare.
Durante una di queste serate insieme, il racconto di come da piccola il Padre le avesse tenuto la mano sopra una candela per esprimere cosa avrebbe provato per l’eternità se avesse peccato e fosse finita all’inferno. Nonostante l’abuso, Thelma descrive suo papà come buono, gentile e sempre disponibile ad ascoltare qualsiasi cosa lei abbia da dire: può parlargli proprio di tutto. Al contrario, Anja afferma di non conversare col suo sia perché vive all’estero, sia perché non crede di averne più bisogno.

– Come già detto in precedenza, da tempo il Padre incarna il ruolo di autorità religiosa con cui confidarsi.

 

Ballet

Thelma si incammina da sola verso il teatro dell’opera, dove è stata invitata da Anja e sua madre Vilde per assistere al balletto “Sleight of Hand” (Gioco di Prestigio). All’ingresso in sala, la videocamera indugia per qualche secondo su di un enorme lampadario a bande alternate di luce e oscurità. Dopo un breve siparietto mondano tra madre e figlia, si scopre come quest’ultima abbia lasciato il suo ragazzo; Thelma dissimula dispiacere, ma dal suo volto traspare compiacimento.
Lo spettacolo ha inizio in parallelo, sia sul palco che in platea: mentre il ballerino a torso nudo si fa sempre più spazio fra quelli di nero vestiti, la mano di Anja fa lo stesso fra le cosce di Thelma… quindi entro i suoi desideri. Le mani iniziano a tremare, il respiro ad accelerare, il lampadario ad oscillare ed i danzatori neri a gridare in silenzio. Non appena le luci balenano per una frazione di secondo, la ragazza capisce che ora sta mettendo in serio pericolo non soltanto sé stessa, ma anche gran parte del pubblico. Per il bene di tutti, esce rapidamente dalla sala e cerca di calmarsi, quasi in lacrime.
Thelma indossa il cappotto e fa per allontanarsi da lì, quando si avvicina una Anja sempre più fuori personaggio, che le accarezza i capelli intorno all’orecchio sinistro e la bacia. Un attimo di esitazione, per poi cedere alla passione finché la religione non riprende il controllo, la spinge via e induce due conati di vomito.
In piena circolarità di sequenza, Thelma corre via da sola dal teatro dell’opera.

 

Confession

Dopo aver recitato una litania, Thelma chiama il Padre con l’intento di confessare tutti i suoi peccati. Tuttavia, forse a causa del timore di ricevere una punizione, preferisce mentire e ammettere di aver solamente bevuto due birre con amici. Sembra aver preso una saggia decisione: il Padre appare comprensivo e incline a redimere la figlia, ma i suoi lunghi silenzi celano rabbia (o addirittura paura) repressa. Emblematica è l’imposizione, sotto forma di consiglio: “Just make sure you don’t lose touch with who you are”.
In altre parole, Thelma non deve perdere contatto con un modello plasmato dall’oppressione genitoriale e religiosa. E così la si vede fare in chiesa, dove si passa dall’assenza alla presenza della sua voce nel coro.

 

Hallucination

Il rispetto dell’autorità però non dura a lungo. In scia alla canzone cristiana, Thelma e (ironicamente) Kristoffer si recano come coppia alla festa di Julie, dove accetta subito un bicchiere d’alcool. Ovviamente lì si trova pure Anja, che la ferma per chiederle molto serenamente che fine abbia fatto dopo la sua fuga, e se stia bene. Thelma è invece assai tesa, le sue risposte sono di semplice cortesia poiché viene dilaniata internamente dalle forze opposte di attrazione e repulsione, in costante oscillazione: vuole, ma non può, vuole, ma non può.
Dopo aver riempito ancora il bicchiere, Thelma viene invitata da Kristoffer a sedersi con lui, Anja, Julie ed un loro amico, per farsi un giro di canna. Mentre Julie si mostra protettiva, cercando di allentare la pressione sociale, Anja mette alla prova Thelma, lasciandole l’adulta facoltà di decidere in autonomia. La ragazza, oramai in piena fase di ribellione e sperimentazione, tira prima una brevissima boccata e poi, spronata da un derisorio Kristoffer, due altre più lunghe.
L’effetto della droga è un’allucinazione che disegna un desiderio libero da qualsiasi filtro: calore si diffonde dalle labbra di Anja a quelle di Thelma, mani fervide ne esplorano il corpo, quella sinistra si trasfigura in un serpente che penetra nella sua bocca, una lacrima scende infine lungo la guancia.
All’apice del piacere, Julie ridesta la giovane svelandole che aveva fumato solo normale tabacco e rimprovera gli altri per lo scherzo di cattivo gusto. Thelma guarda Anja con un misto di sorpresa e rimprovero, ricorda l’empio contenuto della visione e questa volta rigetta per davvero. Infine corre a casa dove, dopo aver ignorato una telefonata dell’amica, si lascia scivolare a terra di fronte all’ingresso, in preda alla disperazione.

– Quando Thelma si abbandona alla tentazione, il male (simboleggiato dal rettile, come già visto) prende suo possesso. Il bene cerca di eliminarlo tramite vomito.

 

Revelation

Grazie ad un esame strumentale, la dottoressa esclude che Thelma abbia un tumore cerebrale. Avendo però notato nella relativa storia clinica la diagnosi a sei anni d’un esaurimento nervoso curato con un potente antipsicotico, intende reindirizzarla ad un collega specializzato in epilessia. La ragazza resta attonita, non ricorda questo evento. Quindi rivela che il Padre è un medico di medicina generale: è sempre stato lui a prendersi cura della figlia, non quello di famiglia. La dottoressa le suggerisce dunque di parlargli.

– Appare curioso che un uomo di scienza sia anche un uomo di religione. Lo è sempre stato, oppure lo è diventato?

 

Flashback One

Una piccola Thelma cerca il contatto fisico con la Madre, che però la respinge con freddezza perché sta allattando il fratellino Mattias. Le dice di scendere da basso a disegnare, e così fa.
Più tardi, la Madre ripone il bimbo nel lettino appresso la stanza dove Thelma sta disegnando, e va via. Mattias inizia subito a piangere, smette non appena la bambina gli si avvicina e ricomincia non appena si allontana, con un’intensità ancora maggiore. Thelma è così risentita ed infastidita da desiderare fortemente che il fratellino scompaia, cosa che in effetti accade; lei stessa ne rimane stupita. Ma non è nulla in confronto allo sconcerto della Madre, che le intima di proferire all’istante dove l’abbia nascosto. La bimba davvero non lo sa, ma esprimendo il desiderio contrario, Mattias riappare sotto un divano tanto pesante da richiedere la forza del Padre per sollevarlo. Entrambi i genitori infine osservano la figlia con aria impaurita.

– Al centro di questo primo flashback c’è la Madre, che la si vede camminare. Cosa può esserle successo?
– È la prima volta in assoluto che Thelma usa il potere di trasformare desideri (consci, in questo caso) in realtà: Mattias perviene in un limbo e dal limbo proviene. Da notare è l’affinità tra luogo di partenza (lettino) ed arrivo (divano).

 

Exam

Thelma viene ospedalizzata per esaminare la sua attività cerebrale durante una crisi indotta e così arrivare finalmente ad una diagnosi. In un momento di pausa fra tentativi d’induzione, riceve una chiamata di Anja, che ancora ignora.
Il neurologo ha una voce calma e rassicurante, capace di contenere il caos emotivo della ragazza. Spiega che le rivolgerà un serie di domande, sulle quali lei dovrà riflettere via libera associazione di pensieri; solo in questo modo sarà possibile causare un attacco. Quesito dopo quesito, il dottore riesce a valicare ogni strato protettivo dell’inconscio, per quanto doloroso possa essere, e sta per toccarne il punto giusto.
– Nel frattempo, dopo aver spento stereo e luci, Anja esce di casa e raggiunge la lavanderia per ritirare il bucato.
– Alla domanda se abbia conosciuto qualche ragazzo, Thelma ricorda il primo bacio con Anja, e il macchinario segnala una reazione fisiologica. Il neurologo accende le luci intermittenti. Rapida sequenza di memorie.
– Grazie alla sua esperienza, il dottore ipotizza che Thelma non stia pensando ad un ragazzo. Lei spalanca gli occhi, le viene detto di chiuderli. Luci sfarfallanti si propagano dalla stanza d’osservazione alla lavanderia, mentre in casa di Anja si accendono insieme allo stereo. Il neurologo chiede alla giovane di incrementare la frequenza del suo respiro.
– Anja rincasa e, trovando tutto in funzione, crede che vi si sia introdotto qualcuno. Si sente osservata dall’esterno.
– Ad un certo momento, il dottore chiede a Thelma di aprire gli occhi, fissare la luce e respirare ancora più velocemente. Anja si fa sempre più inquieta poiché crede veramente che qualcuno fuori la stia osservando.
– Il neurologo incoraggia Thelma a tuffarsi nell’inconscio e spingersi nelle sue profondità. Da qui il ricordo della fantasia sessuale alla festa, che la coscienza razionalizza in autoerotismo, con conseguente rigetto della medesima sotto forma di serpente. Pugno chiuso, tensione, respiro che accelera, preghiera mentale di liberazione dal male.
– Mentre Anja si approssima alla vetrata che divide la luce dall’oscurità, Thelma rievoca frammenti di memorie insieme. Desidera che scompaiano con lei. La respirazione si quieta, il pugno si apre, il vetro esplode ed i frantumi riconvergono con Anja entro lo stesso, cancellandola dall’esistenza.
– Thelma chiude gli occhi per assaporare l’estasi perfetta di una pace ritrovata: una vita priva della tentazione incarnata. Si sente talmente leggera e senza peso da credere addirittura di levitare.
Nella scena successiva si assume il punto di vista del neurologo non appena Thelma ripensa al contenuto allucinatorio: mentre la mente sta usando il potere di rimuovere un problema, il corpo è in preda ad una crisi proprio a causa di esso.
Subito terminato l’esame, Thelma torna nella sua camera e prova a chiamare Anja, ma risponde la segreteria. Mentre beve un bicchiere di latte, gocce di sangue cadono dal naso nel liquido. Per via dello shock, la ragazza allenta la presa, realizzando a terra una pittoresca miscela di vetro rotto, latte e sangue in espansione.

– Il dottore forza Thelma a far sì che il suo desiderio sessuale inconscio diventi conscio. Una volta arrivato in coscienza, la religione lo censura grazie alla repressione della fonte che di fatto l’ha creato.
– Come si vedrà anche nel secondo flashback, il potere ha un raggio d’azione che aumenta grazie al relativo esercizio.
– Da rimarcare è la similitudine fra le due scene parallele (ospedale1 – appartamento2): in entrambe è presente un vetro di separazione tra chi osserva (Neurologo1 – Thelma2) e chi viene osservato (Thelma1 – Anja2), un limbo fra due spazi.
– L’ultima scena è un’allegoria dove il sangue rappresenta Anja (infetta) ed il bicchiere che contiene il latte rappresenta la religione che contiene Thelma (pura). In altre parole, esprime la risposta della prima alla telefonata della seconda, e dice: da qualche parte esisto ancora, quindi tornerò per rompere le strette catene della tua fede e riabbracciarti.

 

Diagnosis

Alla luce delle evidenze empiriche, il neurologo comunica a Thelma che soffre di convulsioni psicogene non-epilettiche, spesso il sintomo fisico di una soppressione mentale. Senza esitazione, la ragazza nega di sapere a cosa lui stia facendo riferimento, così si trova costretto a citare stress e traumi come altri possibili motivi. Una concausa è tuttavia certa: la predisposizione genetica. Il dottore ha infatti scoperto che sua nonna era affetta da numerosi ed imprecisati disturbi mentali che hanno determinato lunghi ricoveri, ma purtroppo altro non sa. E con lui pure Thelma, poiché è passato tanto tempo dalla morte dell’anziana, a suo dire. Il neurologo trova strana quest’affermazione, considerato che gli risulta essere viva almeno fino all’anno prima, ma poco importa: la paziente passerà nelle mani di uno psichiatra.
Una sempre più confusa Thelma approfondisce su internet la propria condizione, scoprendo che in passato si credeva provocata da possessioni diaboliche, divine o comunque sovrannaturali e che nel presente è ancora poco compresa; in seguito ricerca la collocazione della struttura dove probabilmente la nonna è ancora ricoverata. In effetti è così.

 

Grandma

Thelma si presenta e tocca una mano della nonna, che sembra reagire. Un’infermiera di passaggio ritiene invece che ormai non sia più lucida, laddove in precedenza lo era, nonostante deliri dal contenuto peculiare. La nonna era infatti convinta di aver causato la scomparsa del marito (di cui non venne mai ritrovato il corpo, solamente la barca) e di essersi auto-indotta un tumore, per senso di colpa. Al fine di contenere siffatti vaneggiamenti, il Padre decise di somministrarle pesanti medicazioni, senza preoccuparsi di eccessivi effetti collaterali di tipo sedativo.
Di riflesso, Thelma nota con ansia la continua assenza di Anja in università, tanto da iniziare a sospettare di esserne la ragione. Quando poi riceve un messaggio da Vilde in cui le chiede se abbia notizie della figlia, l’angoscia non può che aumentare. La strategia scelta da Thelma per cercare di tranquillizzarsi un poco, è una nuotata in piscina.

 

Swimming Pool Two

Purtroppo non si tratta di una buona idea: il setting non fa altro che stimolare il ricordo del primo vero incontro fra Thelma ed Anja, avvenuto proprio lì, e con quello il desiderio. Le luci ballano, le mani tremano, il corpo si contorce ed affonda nel silenzio dell’oscurità. La ragazza si ridesta e tenta di emergere, ma è tutto sottosopra. Confusione, panico, strenua lotta, convulsi avvitamenti. Alla fine, una mano riesce a trovare la giusta direzione ed afferrare il bordo vasca. Thelma esce dall’acqua e si distende esausta, stringendosi alla salvezza per lungo tempo. L’inquadratura taglia il suo volto precisamente in due, in eco al risveglio dalla prima notte passata con Anja.

– Benché la coscienza religiosa sia riuscita a cancellare Anja dal mondo fisico, non è riuscita a fare lo stesso dal mondo metafisico, cioè quello dell’inconscio. Nel profondo, Thelma la desidera ancora.

 

Homecoming

Dopo aver suonato al citofono dell’appartamento di Anja senza ottenere risposta, Thelma vi entra con circospezione (la porta era rimasta aperta). La sua attenzione viene subito catturata dalla vetrata e dai panni abbandonati a terra. Con occhi sempre più umidi e fiato sempre più corto, posa una mano sulla finestra e nota una ciocca di capelli rimasta impigliata a cavallo del vetro: metà fuori, metà dentro ed una piccola porzione nel mezzo. Per Thelma si tratta della conferma che temeva. È lei l’agente della scomparsa di Anja, la responsabilità è sua e soltanto sua.
La giovane è sola e disperata, pertanto fa ciò che ogni figlio dovrebbe poter fare: chiedere e ricevere l’aiuto dei genitori. Così telefona alla Madre, le confessa tutto ed ottiene il permesso di ritornare a casa, un porto sicuro.
Di fronte ai genitori e ad una tazza di tè, Thelma mostra riconoscenza per i loro sacrifici e rimorso per il suo fallimento,  quindi confida di essere affetta da convulsioni psicogene. Il Padre appare comprensivo e, ricercando con gli occhi la complicità della moglie, ricorda di un suo vecchio paziente che risolse con successo quella medesima problematica. La Madre annuisce in modo ambiguo ed esorta la figlia a bere il suo tè, che tutto andrà bene. Peccato che la bevanda è stata adulterata con un narcotico. Quando il Padre lo comunica a Thelma, per senso di colpa, la Madre non riesce a sostenere lo sguardo di una figlia tradita dai genitori. Entrambi sanno che cosa le sta accadendo e sostengono che l’aiuteranno, ma non prima di averle raccontato un evento molto doloroso.

– Quando Thelma scova i capelli di Anja, non ha ancora realizzato che si trova in un limbo o non sa come accedervi.
– Il paziente a cui si riferisce il Padre potrebbe essere sua madre, la Nonna di Thelma. In un certo senso, si può dire che la cura abbia avuto successo, ma a che costo?

 

Flashback Two

La Madre, che sta facendo il bagnetto mattutino a Mattias, si allontana un istante per recuperare una salvietta. Al suo ritorno, il figlioletto è scomparso. Panico. Mentre lei inizia a cercarlo, il Padre irrompe nella cameretta di Thelma, ancora addormentata, e la scuote per chiederle se abbia fatto qualcosa al fratello. Dato che la figlia nega, si unisce alla moglie nella ricerca. Poco dopo, una Thelma in trance realizza di aver usato il suo potere durante il sogno, guarda fuori dalla finestra e si incammina nella neve verso il lago ghiacciato. Lì viene immediatamente raggiunta dal Padre, a cui indica un punto in lontananza. Lui corre e corre a perdifiato, sinché alla fine non scorge Mattias: il piccolo è stato imprigionato nella lastra di ghiaccio, congelando a morte. Piangendo, l’uomo cerca inutilmente di liberarlo.
La Madre scavalca il parapetto di un ponte che valica un fiume, e tenta il suicidio in acqua.

– Al centro di questo secondo flashback c’è il Padre, che arriva ad una conclusione: Thelma è pericolosa come la Nonna.
– A differenza del primo, in questo caso il desiderio che Thelma trasforma in realtà è inconscio. In quanto tale, si esprime in tutta la sua forza, senza filtri: la bambina sogna che il fratellino scompaia per sempre, quindi lo fa riapparire in un posto che di fatto lo condanna a morte. Da notare è l’affinità tra luogo di partenza (vasca) ed arrivo (lago).
– Il raggio d’azione è maggiore rispetto al primo flashback, ma minore rispetto all’esame neurologico.
– Finalmente si scopre come e perché la Madre sia diventata paraplegica.

 

Help

Il Padre, in compagnia della Madre, esplicita a Thelma (ormai in balìa dei genitori) la sua dote misteriosa: “If you truly desire something, with body and mind, there’s something within you that can make it happen”.
In seguito, si scusa per averla lasciata andare: credeva che il potere fosse sotto controllo poiché smise di manifestarsi da quando lei trovò Dio, poco dopo la morte di Mattias. L’uomo tenta dunque di aiutare la figlia tramite l’intensificazione di quelle due stesse strategie già adottate in passato: farmaci per debilitare e litanie per purificare.
Purtroppo non sono efficaci quanto sperato. Confessandosi a Dio, Thelma dice di sentirsi arrabbiata con Lui ed il Padre perché le proibiscono di essere sé stessa. Il Padre le domanda se fosse adirata anche con Anja, considerato che l’ha fatta svanire. Piangendo, lei nega: provava amore, un amore ricambiato. Con gelida calma, lui replica che in realtà non vi era alcuna reciprocità: semplicemente si sentiva sola e voleva qualcuno accanto, che ha infine allontanato. Benché sedata, Thelma è così afflitta e furiosa da riuscire a spegnere prima la candela dietro al Padre, poi quella di fianco alla Madre.
Con la ragazza addormentata, la moglie fa riflettere il marito, che definisce buono e gentile: lui ha fatto tutto il possibile, ma nulla sta funzionando; se la figlia dovesse fare del male ad altri non riuscirebbe più a perdonarsi; non è importante quanto la amino e quanto sarà doloroso, devono affrontare la situazione una volta per tutte… Dio li sta mettendo alla prova. Rimane la consolazione che si incontreranno tutti di nuovo, un giorno.
La mattina seguente, il Padre prepara una siringa dal contenuto nefasto, esita, e la richiude in un armadietto. Invece, decide di lavare i capelli a Thelma per portarla con sé a fare spese in paese, dove incrocia un conoscente a cui comunica che è definitivamente ritornata a casa. Al loro rientro, la Madre osserva la figlia attraverso una finestra che ne sdoppia la sagoma, come ad intendere che la sua anima sovrannaturale è ancora presente.
La sequenza termina con due dimostrazioni di superiorità genitoriale. Nella prima, la Madre fa volontariamente cadere a terra una tazza per poter guardare Thelma dall’alto in basso e colpevolizzarla per la propria disabilità. Nella seconda, la  ragazza affronta il Padre: prima gli chiede se abbia pianificato di segregarla come la Nonna, poi lo prega di lasciarla andare; l’uomo dà alla figlia le solite pillole e le dice di dormire. Gli occhi di Thelma traboccano d’odio.
“Can you please let me go, Dad?”

– La piccola Thelma non ha “trovato Dio”, è stato il Padre ad ingozzarla di religione (ed antipsicotici). In assenza della fede, i desideri (che siano puri o impuri, benevoli o malevoli) non rimangono repressi e riescono a realizzarsi.
– Il Padre ha torto: non era Thelma di per sé a desiderare la scomparsa di Anja, ma i relativi dogmi religiosi.
– La Madre è la prima ad arrendersi alla paura e alla rabbia nei confronti di Thelma: per il bene di tutti, compresa lei stessa, deve morire. Se restasse viva e libera, potrebbe uccidere altre persone; se restasse viva e reclusa, dovrebbe passare l’esistenza come un vegetale. Sebbene la donna riesca a convincere il marito che l’eutanasia sia l’opzione migliore, lui desiste poco prima di agire (come durante il prologo): il destino della figlia sarà quello della nonna.
– Un ragionamento simile è ovviamente fallace, in quanto annebbiato da emozioni cieche come la religione.

 

Boat

Mentre Thelma dorme ancora, il Padre esce in barca per ritagliarsi uno spazio personale e fumare senza essere visto. Sul punto di rientrare, nota uno stormo di corvi volteggiare sopra di sé e crede di scorgere la figlia a riva. Le mani dell’uomo iniziano a tremare, ma non si tratta di una crisi: stanno bruciando. Nel tentativo di domare fiamme ormai propagate su tutto il corpo, si getta nel lago e pochi attimi dopo riemerge, eppure quelle tornano a divampare più velocemente di prima. Al Padre non rimane altro che decidere fra due alternative: morire nel fuoco oppure nell’acqua. La sua scelta ricade sulla seconda, e da questa si lascia inghiottire.

– Si nota l’ipocrisia del Padre sul vizio: è tanto rigido con Thelma quanto flessibile con sé stesso; lei non può, ma lui sì. Quantomeno, ha l’accortezza di non lasciarsi indurre in tentazione in presenza della moglie o della figlia.
– Come nel secondo flashback, Thelma trasforma un desiderio inconscio in realtà: la ragazza sogna che il Padre soffra pene infernali, perciò lo incendia con fiamme così ardenti da resistere addirittura all’acqua. È evidente la connessione col ricordo infantile della mano sulla candela, difatti la combustione si sprigiona dai palmi e da questi si propaga.
– La fine dell’uomo rappresenta la comunione dei due precedenti destini maschili: scompare da una barca come suo padre e perisce in acqua come suo figlio. Inoltre, è ironica: per evitare di morire bruciato vivo, muore annegato.
– Se l’acqua ruba la vita ai maschi, alle femmine la restituisce: madre e figlia infatti vi sopravvivono entrambe.

 

Link

Non appena il contenuto onirico permea in coscienza, Thelma si sveglia di soprassalto. Trattenendo il respiro, arriva in riva al lago e ravvisa una barca in distanza, vuota. Il suo viso si fa prima incredulo, poi profondamente afflitto.
La giovane si incammina e si tuffa in acqua, quindi si addentra sempre più nel fosco abisso finché due lampi paralleli non lo spezzano, segnale dell’approssimarsi alla superficie. Con gran gioia e sorpresa, riaffiora a bordo vasca della piscina universitaria, dove trova Anja ad aspettarla. Le ragazze si fissano qualche momento negli occhi, ma presto si lasciano andare ad un intimo bacio-abbraccio. Fuori dalle finestrate sullo sfondo, si osserva un corvo abbandonare il suo stormo e volare deciso contro il vetro. Un istante prima della collisione…
…Thelma si ridesta nelle acque basse del lago e si trascina a riva. Qui tossisce ed espelle dalla bocca un piccolo corvo, apparentemente morto. I due restano supini a contemplare le alte fronde degli alberi, mosse dal vento e piene di vita.
Ad un tratto, la videocamera attraversa l’anta di una cassettiera in legno. Nel buio, il cellulare di Thelma si illumina per notificare una chiamata in arrivo: Anja. Simultaneamente, l’uccellino nero si rianima e vola via.

– Thelma elimina il Padre, ossia la religione, dalla sua vita. Atto necessario, ma comunque distruttivo e doloroso.
– Nuotare nell’abisso delle acque significa esplorare il profondo dell’inconscio, azione finalizzata a conseguire due obiettivi ben precisi: accedere al limbo tra vita e morte; imparare a controllare il potere per creare e non distruggere. In altre parole, vuole rendere completamente consci due costrutti che finora mai (limbo) o di rado (potere) lo sono stati.
– Thelma accede al limbo di Anja, rappresentato come un misto fra l’aula studio dove si sono incontrate e la piscina dove si sono conosciute. A differenza di quelle due circostanze, qui non c’è nulla che vieti al desiderio originario di realizzarsi.
– Thelma impara anche a controllarsi: se avesse indugiato nell’affetto troppo a lungo, il corvo avrebbe impattato contro la vetrata e per Anja sarebbe stata la fine. Al contrario, riesce a fermarsi giusto in tempo e così ad espellere l’uccellino da dentro di sé, ossia a rimuovere l’amata dal limbo. Infine, pervasa dalla forza e dalla bellezza della natura, vuole ridar vita a quei due corpi in simbolica correlazione.
– Ormai priva delle inibizioni cristiane, Thelma realizza che non c’è assolutamente nulla di male a desiderare Anja, desiderio che era stata indotta a credere fosse impuro quando invece è del tutto normale. In senso lato, ora può discriminare il giusto dallo sbagliato secondo la sua personale sensibilità.

 

Heal

Senza proferir parola, Thelma rincasa e sale al piano superiore per cambiarsi. Sentendo dei rumori, la Madre si alza a fatica dal letto ed invoca preoccupata il marito, ma nessuno risponde. Dopo essere scesa al piano inferiore tramite un montascale, trova la figlia accanto alla cassettiera in legno, intenta a digitare un messaggio sul suo cellulare. Le chiede dove sia il Padre, cosa stia succedendo. Thelma, dal volto inespressivo, si avvicina alla Madre e lì viene sommersa dalla luce che filtra da una finestra. Con lo sguardo saldo negli occhi di lei, alza la mano destra per accarezzarle una guancia (la donna istintivamente si ritrae; la ragazza sorride dolcemente) e abbassa la mano sinistra per toccarle una gamba. Ancora alcuni attimi assieme, poi Thelma si allontana. La Madre le chiede con ansia di non andarsene e, mentre la insegue in carrozzina, improvvisamente comincia a camminare. Incredula, chiama per un’ultima volta la figlia.
Zaino in spalle, Thelma lascia casa per andare verso la sua libertà, finalmente felice (ed un po’ compiaciuta).

– Si osserva come la giovane non indossi più il suo ciondolo con la croce: la religione è solamente un lontano ricordo.
– Poiché Thelma ha in precedenza spento la candela della Madre, quest’ultima inizialmente legge il volto inespressivo della figlia come minaccioso, infatti vi si sottrae. In realtà, riflette uno stato d’estasi estrema: la ragazza ha assunto il pieno controllo del suo potere, dunque decide di usarlo per perdonare (carezza sulla guancia) e guarire (tocco sulla gamba) la donna. Ulteriore prova del fatto che ormai ha imparato a creare e non soltanto a distruggere.
– Il desiderio di Thelma cela comunque un secondo fine, meno altruistico: se non avesse salvato sua Madre, avrebbe dovuto passare il resto della vita ad assisterla e prendersene cura (come la scena della tazza rotta lascia intuire).

 

Epilogue

Thelma è nella piazzetta del campus universitario, semi-seduta su un muretto. I suoi occhi prima vagano a caso, poi si concentrano su un albero lontano. Da lì proviene un suono, corvi che gracchiano, ma nessuna crisi. Solo il desiderio che Anja noti il lieve oscillare dei suoi capelli intorno all’orecchio e quindi la baci delicatamente sul collo. Pochi istanti dopo, tutto questo si realizza. Dopo un rapido bacio sulle labbra, le due ragazze si incamminano mano nella mano in direzione del loro futuro. Thelma in nero ed Anja in bianco. La videocamera inquadra dall’alto la piazza, e pian piano si allontana.

– Thelma appare ora finalmente serena, a tutto tondo: ha fatto pace con sé stessa ed è padrona della propria vita.
– Giacché si ha chiara evidenza del fatto che Thelma esercita un controllo su Anja, si potrebbe pensare che la prima stia condizionando il comportamento della seconda fin dal loro incontro (come sostiene il Padre). Tuttavia, dalla presente e dalle passate dimostrazioni di potere, si deve rilevare come sia un atto che: richiede una certa concentrazione (conscia oppure inconscia); causa un effetto pressoché immediato (non a distanza di tempo). Thelma ha di certo messo il suo zampino in qualche occasione, ma è innegabile che Anja non si trovi sotto un perenne incantesimo.
– Il tipico colore d’abito si inverte per comunicare che il perfetto equilibrio fra opposti non è assoluto: la luce non può esistere senza oscurità e l’oscurità non può esistere senza luce, non solo fuori (perfezione) ma anche dentro di sé (non assolutezza). Thelma è luce che abbraccia l’oscurità di Anja, quindi diviene parziale oscurità (e viceversa).
– Poeticamente, il film si conclude in piena circolarità di movimento con il suo inizio.

Prima di terminare, un’ultima riflessione. Anzi, una domanda. Alla fin fine, che diavolo vuole Thelma? Qual è la sua essenziale Volontà? Sentirsi amata da qualcuno, molto semplicemente.
E non è forse ciò che tutti desideriamo?

Me

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